10 Dic Joseph Rock, Ezra Pound e Shangrila
di Renzo Freschi
Una delle scoperte più interessanti che ho fatto durante un recente viaggio nello Yunnan è la casa-museo di Joseph Rock (1884-1962), botanico, esploratore e antropologo, che visse dal 1922 al 1949 nel villaggio di Yuhu , vicino a Lijiang.
Nato in Austria ma diventato cittadino americano, Rock ebbe la straordinaria occasione di visitare lo Yunnan per studiare e raccogliere esemplari della flora locale da inviare negli Stati Uniti (e ne inviò nella prima spedizione 80.000 specie diverse!). Affascinato dalla natura e dalle popolazioni locali, Rock intraprese esplorazioni avventurose anche nelle regioni del Sichuan e del Gansu, popolate da numerosi gruppi etnici ma spesso anche teatro di spietati conflitti religiosi e di aggressioni banditesche alle carovane. Tuttavia Rock non rinunciava alla sicurezza e alle comodità e si spostava con guardie del corpo, guide, portatori e persino un cuoco al quale aveva insegnato la cucina europea -dato che non amava quella cinese- più una portantina appositamente costruita per la sua mole.
Pur essendo un personaggio eccentrico Rock si innamorò così profondamente di questa parte della Cina che visse a Lijiang per 27 anni e divenne uno dei più importanti studiosi delle popolazioni con cui veniva in contatto. Fu il primo a studiare la cultura dei Naxi, il gruppo etnico dell’area di Lijiang. La sua straordinaria versatilità linguistica (parlava molte lingue e dialetti tra le quali il tibetano e il sanscrito) gli permise di pubblicare il primo Dizionario Enciclopedico Naxi–Inglese e di tradurre i libri sacri della religione dei Naxi chiamata “Dongba”, scritti con pittogrammi (geroglifici) che prima di allora non erano mai stati studiati (vedi La religione dei Naxi di Lijiang in questo sito). Raccolse decine di migliaia di libri e documenti originali – acquistati poi dall’Università di Harvard- che permisero di conoscere la mitologia e la complessa ritualità dei Naxi.
Le sue ricerche furono finanziate anche dal National Geographic Magazine che tra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso pubblicò vari articoli sulle spedizioni e le scoperte di Rock.
La sua traduzione dei testi Dongba ispirò anche Ezra Pound che cita il nome di Rock nel Canto CXIII; sembra inoltre che la visione del paradiso che Pound descrive nell’ultima parte dei Cantos sia stata influenzata da quella dei testi Naxi-Dongba tradotti dal nostro esploratore. Noto in tutto il mondo, Rock conobbe anche Giuseppe Tucci, grande studioso del Tibet, che nel 1972, dopo la morte di Rock, fece stampare il suo Dizionario Naxi-Inglese dall’Istituto per lo Studio del Medio e Estremo Oriente (ISMEO) che lo stesso Tucci aveva fondato a Roma
La fama di Rock e dei suoi viaggi affascinò anche James Hilton, autore di Orizzonte Perduto (1933) che fu ispirato, oltre che da testi sulla religione tibetana, proprio dalla descrizione idillica dello Yunnan in alcuni articoli che Rock scrisse per il National Geographic Magazine La trama del romanzo si svolge nella vallata quasi inaccessibile di Shangrila (nome inventato) dove la gente vive in una sorta di Eden.
Il successo del libro e dell’omonimo film del 1937 con la regia di Frank Capra fu tale che il villaggio di Zhongdian, a circa 180 chilometri da Lijiang dove visse Rock, fu soprannominata Shangrila per la bellezza e l’atmosfera che ricordano quella del romanzo. Nel 2001 il governo cinese, anche per ragioni turistiche cambiò definitivamente il nome del villaggio in Shangrila.
Contrariamente all’esuberanza del “personaggio Rock” la sua residenza di Yuyu è una semplice abitazione di stile cinese di due piani che si affaccia su un cortile pieno di fiori e piante ed è circondata da orti e boschi.
Il piano terreno è stato trasformato in un museo con molte foto scattate da lui e ampie descrizioni dei suoi viaggi e dei suoi studi. Al primo piano è stata mantenuta una spartana camera da letto-studio come si vede in una fotografia degli anni ’30. L’atmosfera è dolce e tranquilla, la natura e il paesaggio suscitano serenità, la gente è gentile, qualche mulo porta i turisti verso escursioni nel territorio: sembra proprio di essere in un piccolo paradiso o meglio in una piccola Shangrila.
Sorry, the comment form is closed at this time.