16 Mar IL BUDDHA NEL NIRVANA
Renzo Freschi
Vuole la leggenda che all’età di ottant’anni Il Buddha Sakyamuni si ammalò e riunì discepoli e fedeli per annunciare la sua imminente morte. Fu quindi invitato a cena nella capanna di un devoto dove mangiò probabilmente un fungo velenoso. Sdraiatosi in un boschetto di alberi di sala – lo stesso albero sotto il quale la madre lo aveva partorito – affidò ai discepoli il compito di diffondere la dottrina. Infine rassicurò i presenti sul passaggio nel nirvana e cessò di parlare.
Nel dipinto il Buddha è disteso sul fianco destro sopra un giaciglio rialzato da terra; il capo è appoggiato sulla mano, mentre il braccio sinistro è abbandonato lungo il fianco. E’ il momento dell’abbandono della vita terrena, dell’ingresso nel perfetto nirvana, la definitiva liberazione dal samsara, il ciclo delle morti e delle rinascite. Metà degli alberi sotto i quali giace Sakyamuni improvvisamente muore mentre l’altra metà si ricopre di fiori come se anche la natura partecipasse al passaggio dalla vita che si spegne al nirvana; da un ramo pende la ciotola delle elemosine avvolta in una stoffa rossa con ricami d’oro. Maya, la madre del Buddha, scende sospesa su una nuvola dal Paradiso degli dei per rendere omaggio al figlio circondato da discepoli, arhat, bodhisattva, i quattro guardiani del mondo, demoni e semplici devoti. Molti appaiono stupiti, altri sono affranti dal dolore; sulla destra qualcuno tocca i piedi del Maestro come per accertarsi del decesso. Ma non tutti si disperano e i bodhisattva, i più vicini alla consapevolezza dell’Illuminato e per questo dipinti come lui di colore oro, sono raccolti in preghiera, consapevoli che il nirvana significa liberazione dal dolore e dall’illusione. L’unico che pare estraneo alla scena è Ananda, il preferito tra i discepoli, che giace addormentato davanti al Maestro.
Nella parte inferiore del dipinto (simbolicamente il livello più basso di coscienza) animali e insetti appaiono attoniti; alcuni felini, con il capo piegato verso terra, hanno un’espressione di umana tristezza, mentre l’elefante con la proboscide alzata sembra barrire al cielo la propria afflizione. Tra i tanti vi sono anche i dodici animali del calendario lunare, metafora che suggerisce che persino il Tempo si è momentaneamente fermato. Tutti gli esseri viventi partecipano alla perdita dell’Illuminato che a tutti ha dato la speranza di interrompere la ruota del samsara. E’ la rappresentazione simbolica del mondo intero, animato e inanimato, che si arresta di fronte alla sua scomparsa.
Anche se il tema è la morte il dipinto non è tuttavia un’immagine di dolore perché dalla figura centrale del Buddha e dall’espressione del suo volto si diffonde una sensazione di profonda pace.
Realismo e simbolismo si fondono in una scena di grande suggestione che è anche un viaggio spirituale nell’animo umano, nelle sue paure e nella sua speranza. Ogni figura è diversa e vive il momento con una propria intima espressione: molte altre reincarnazioni saranno necessarie per capire e accettare che la morte è solo una transizione e che il lutto, la perdita -persino del Maestro- segnano il passaggio ad un’altra dimensione.
Dipinti del Parinirvana sono esposti in molti templi giapponesi ogni anno, il quindicesimo giorno del secondo mese del calendario lunare, la data che celebra l’evento.
IL PARINIRVANA DEL BUDDHA
Giappone – XVIII / XIX secolo
Tempera su carta – Cm 96 x 59
Ing MBA Riccardo Pisa Simonini
Pubblicato alle 16:32h, 16 MarzoSplendido articolo apprezzo sempre il suo lavoro e la sua ricerca nonché la capacità di leggere nel profondo le immagini presentate.purtroppo i tempi presenti non favoriscono i contatti. Le invio i miei più Cordiali saluti.
Ing MBA Riccardo Pisa Simonini
E. Bruno Cobianchi
Pubblicato alle 12:20h, 17 MarzoBellissimo Renzo! Vorrei approfondire come te quel meraviglioso mondo del buddismo. Elisabetta Cobianchi