NUOVE PROPOSTE LUGLIO 2024

Due figure femminili
India meridionale – Tamil Nadu
XVII / XVIII secolo
Bronzo, fusione a cera persa
cm. 41 e cm. 29
Prezzo su richiesta

La statua di sinistra, dall’alta acconciatura e su base piramidale, rappresenta probabilmente la dea Lakshmi con un fiore di loto e un vasetto, sebbene nel Sud India le divinità assumano spesso nomi diversi rispetto a quelli tradizionali. Anche l’acconciatura (makuta) e il fasto dei gioielli confermano la sua qualità divina. Il corpo è sottile, ben modellato, e sia la veste aderente che la forma allungata dell’acconciatura ne accentuano lo slancio, proiettandolo in una dimensione celeste. La statua di destra col piatto di offerte, lineamenti marcati e larghe spalle sembra una regina, soprattutto perché lo chignon sulla nuca la rende una figura “mondana”. Qui prevale una sensazione di forza popolare mentre nell’altra, un senso di ieratica spiritualità. Hanno entrambe lo stesso stile e patina e facilmente provengono dallo stesso tempio o bottega. La loro forma filiforme ricorda quella di alcune figure in bronzo provenienti dalla zona di Puddokhotai (pubblicate a parte).

Gruppo di offerenti e maternità
India, Tamil Nadu, area di Pudukkotai
XVIII/ XIX secolo
Bronzo, fusione hollow cast
H. 14/15 cm
Prezzo su richiesta

Chi sono queste filiformi figure quasi proto-Giacometti che svettano con offerte nelle mani e sguardo rivolto all’infinito? Provengono dal Tamil Nadu, e più precisamente dalla zona di Pudukkotai. Forse sono divinità locali poste sull’altare domestico o anche offerte al tempio, o magari sono ex-voto come tangibile ringraziamento per una maternità esaudita o per una grazia ricevuta. Mostrano un gusto popolare ma raffinato nella stilizzazione delle forme e nella loro elegante semplicità.

Maschera funeraria
Giava
XI / XIII secolo
Oro
Cm 16 H x 16.5 L.
Prezzo su richiesta

Nelle prime tombe in Indonesia e nelle Filippine era uso coprire il volto del defunto di elevato rango sociale con maschere d’oro, intere o che ne sottolineavano semplicemente i lineamenti con lamine d’oro. L’uso dell’oro, oltre ad evidenziare il rango del defunto, costituiva un passaggio sicuro per l’aldilà e rassicurava l’anima del deceduto, impedendole di vagare per il mondo dei vivi.

Khandoba con Mhalsa
Karnataka o Tamil Nadu
XIX secolo
Argento sbalzato e cornice coeva
Cm 24,5 x H 33,5 (solo placca) – Cm 39,9 x H 49 (con cornice)
Prezzo su richiesta

I due dei in abiti sontuosi montano un cavallo anch’esso riccamente bardato. Khandoba impugna la spada e ha un pugnale nella cintura; alla sua sinistra si vedono Nandi e un Linga, simboli di Shiva, di cui egli è una manifestazione. La placca è ricoperta di simboli e figure: in alto un’ancella sta manovrando uno scacciamosche, in basso a sinistra una figura femminile sembra sostenere una testa mentre a destra una maschile ne sta calpestando un’altra. Tra le zampe del cavallo un cane si erge sulle gambe posteriori come per abbaiare contro un pericolo. I volti dei due dei hanno ancora tracce del colore rituale con cui le statue sacre erano cosparse. La placca è inserita in una cornice di legno che termina con la testa di un kirtimuka, un tipico animale della mitologia indiana.

Bodhisattva
Arte del Gandhara
Asia centrale
IV / V secolo
Terra cruda e pigmenti
cm 29
Prezzo su richiesta

Il bodhisattva, riconoscibile per l’aureola che circonda la testa, è seduto nella posizione “regale” simbolo della sua disponibilità a scendere dal trono su cui è seduto per aiutare chi lo invoca. Il capo ornato da una ricca corona e pesanti orecchini è leggermente inclinato verso sinistra e guarda in basso; le mani reggono un piatto di offerte. Lo stile della scultura, decorata con pigmenti che danno risalto ai volumi, ricorda alcune opere in terra cruda provenienti dall’Asia centrale.

Il bodhisattva Maitreya
Arte del Gandhara
II / III secolo
Scisto
cm 23,5
Prov. Collezione privata, Torino, Italia
Prezzo su richiesta

Nonostante la mancanze, l’impostazione del corpo e il braccio destro alzato permettono di identificare questo torso come quello del bodhisattva Maitreya. Ha il petto nudo ornato da collane e portapreghiere di origine iranica. La veste inferiore avvolge il corpo dai fianchi alle caviglie e si raccoglie sulla gamba sinistra con un ricco panneggio.

Fregio architettonico
Arte del Gandhara
II / III secolo
Scisto
cm 62
Prov. Collezione privata, Torino, 1994
Prezzo su richiesta

Il rilievo faceva parte della decorazione laterale di un portale o di una nicchia. Sette formelle mostrano sempre la stessa immagine: due devoti e il Buddha nel gesto di allontanamento dalla paura (abhayamudra). Sulla sinistra, il fregio è completato da undici putti in due differenti posizioni e da una cornice a foglie di loto. Nell’arte del Gandhara la ripetizione dell’immagine del Buddha rafforza psicologicamente il potere persuasivo della sua dottrina. Pubblicato: Galleria Mandala, Grecia e India: l’arte del Gandhara.

Due scene di genere.
Arte del Gandhara
II secolo
Pietra
Cm 16 x 53 x 10
Prezzo su richiesta

I grandi stupa disseminati nelle valli e nelle montagne del Gandhara erano decorati con serie di bassorilievi a carattere devozionale o didascalico che illustravano i momenti più significativi della vita del Buddha e i miracoli che aveva compiuto, come probabilmente avviene in questo rilievo (come sembra essere il caso di questo). Tre pilastri con capitelli corinzi dividono la struttura architettonica in due parti, dove al centro di ognuna compare l’Illuminato, accompagnato alla sua sinistra da Vajrapani che impugna un vajra stilizzato.

I vari personaggi che avvicinano il Buddha sembrano porgergli delle offerte ma l’attenzione che egli manifesta potrebbe anche indicare l’esaudimento di una richiesta e quindi un miracolo. Quando il tema di questi innumerevoli bassorilievi non è decifrabile perché non descritto dai testi, essi vengono definiti semplicemente di genere. Le scene sono scolpite con efficace naturalismo, ogni figura, anche quella del Buddha, ha un atteggiamento diverso, con una spontaneità che si potrebbe definire quasi teatrale. Gli sguardi si incrociano tutti in modo diverso e si interrogano in un felice quadro d’ insieme.

Un toro
India centrale, area di Bastar (?)
XIX secolo
Bronzo, fusione a cera persa
Cm 14 x 10 x H 15
Prezzo su richiesta

Avete presente il toro dei sigilli della Valle dell’Indo o anche quello qui pubblicato dell’India centrale, entrambi del II millennio a.C? Già allora questo animale possente e fecondatore apparteneva al mondo del sacro e la religione vedica (il proto induismo) lo consacrò associandolo a Prajpati-Shiva. Dunque questo toro in bronzo, che forse ha 150 anni, così essenziale nella sua massiccia forma, non ricorda quello ben più antico? L’animale, in parte ricoperto dalle sostanze colorate usate durante i rituali, è posto al centro di una piattaforma con le ruote ma non è un giocattolo, è un altare mobile simbolo di una sacralità che può essere portata lungo le strade del villaggio: un’immagine mitica.

Renzo Freschi
info@renzofreschi.com
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